Fragolarosa
Si guardò allo specchio, lasciando che le dita sfiorassero la seta sottile della sua vestaglia color rubino.
La notte era calda, e l’aria profumava di desiderio. Il silenzio della casa era rotto solo dal battito lento e costante del suo cuore, che accelerava all’idea di quello che sarebbe potuto accadere.
Si distese sul divano, le gambe leggermente dischiuse, il respiro profondo. L’attesa le scaldava la pelle, un brivido le percorse la schiena mentre la mente vagava tra fantasie proibite e pulsioni inarrestabili. La sensazione del tessuto contro la pelle nuda era un tormento dolce, un preludio al piacere che sapeva di poter raggiungere con un semplice tocco.
Il suono della porta che si apriva la fece sobbalzare. Lo sguardo di lui la trovò distesa, la vestaglia scivolata lungo le cosce. Non servivano parole, bastava il modo in cui lui la osservava, con desiderio, con fame.
“Fragolarosa,” sussurrò il suo nome con voce roca, avvicinandosi. Lei non si mosse, lasciò che fosse lui a colmare la distanza, che fosse il suo calore a riscaldarle la pelle già bruciante.
Le mani di lui le sfiorarono le ginocchia, risalendo piano, accarezzando la pelle con una delicatezza ingannevole. Il respiro di lei si fece irregolare, le labbra si schiusero in un sospiro. Lui si abbassò, lasciando che le labbra sfiorassero la sua pelle, la lingua tracciasse percorsi peccaminosi lungo l’interno coscia.
La tensione cresceva, un bisogno primordiale che si sprigionava in ogni fibra del suo essere. Quando lui la prese tra le braccia, il desiderio divenne ardente, travolgente. La vestaglia cadde a terra, abbandonata. I corpi si cercarono, le mani si intrecciarono, la pelle contro pelle in un crescendo di sensazioni che la lasciarono senza fiato.
Sul divano, le loro bocche si trovarono in un bacio profondo, affamato. Le mani di lui si mossero esperte, accarezzando, esplorando. Lei si perse nelle sue carezze, nei suoi baci, nel tocco caldo che faceva vibrare ogni parte del suo corpo.
Il piacere si fece più intenso quando le labbra di lui scesero lungo il suo ventre, fino a trovarla nel punto in cui il desiderio era più vivo. Il piacere la avvolse, un’ondata che la fece tremare mentre le sue dita si aggrappavano alle spalle di lui. Le onde del piacere la travolsero, la fecero gridare, la lasciarono esausta ma affamata di più.
Non c’era tregua, non c’era esitazione. Lui la prese con forza, facendola sua in un modo che la fece sentire adorata e posseduta. Ogni spinta era una promessa, ogni gemito un’invocazione. Fragolarosa si perse completamente in quella danza ardente, in quel gioco di corpi che si incastravano alla perfezione.
Quando la notte li avvolse, esausti ma appagati, si strinsero l’uno all’altra, il respiro ancora pesante, la pelle umida di piacere. Fragolarosa chiuse gli occhi, un sorriso soddisfatto sulle labbra. Sapeva che quello era solo l’inizio, che il desiderio non si sarebbe mai placato del tutto. E a lei andava bene così.